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Chi trova un tesoro (archeologico) trova un nemico: lo Stato

Non c'è solo la tavola etrusca, ma reperti greci e romani a migliaia. Chi li scopre ed è onesto prende una miseria, i trafficanti si arricchiscono. Colpa di una legge. Troppo rigorosa.

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    FONTE PANORAMA:

    Tony Scilla e l'equipaggio del Capitan Ciccio, peschereccio di Mazara del Vallo, non lasciano, anzi raddoppiano. Il 5 marzo 1998 avevano pescato nel Canale di Sicilia l'Eolo, un'affascinante statua greca. Lunedì 6 luglio hanno fatto il bis portando alla luce anfore fenicie del VII secolo a.C. e una zampa d'elefante in bronzo, lasciando presagire ulteriori scoperte. Certo, Scilla parla di 'colpo di fortuna' e da buon consigliere comunale (di An) si affretta a dire che 'siamo orgogliosi di regalare a Mazara un altro tesoro'. Ma la sua si presenta già come una nuova sfida al ministero dei Beni culturali. Motivo del contendere, il cosiddetto 'premio di ritrovamento', la cifra che la legge garantisce a chi recupera reperti archeologici e li riconsegna allo Stato. Scilla, per l'Eolo, non ha ancora visto una lira. E ha un contenzioso aperto con la soprintendenza di Trapani. Il valore della statua è stato stimato in un miliardo e 700 milioni e ai pescatori, secondo la legge, spetterebbe al massimo un quarto di questo valore, poco più di 400 milioni. 'Siamo fuori da ogni logica' sbotta Scilla: 'Secondo gli esperti quel busto è preziosissimo'. La storia probabilmente si ripeterà con i nuovi reperti: 'Vogliamo proprio vedere quanto li valuteranno'. Di premi mancati ne sa qualcosa anche Giovanni Ghiottini, il carpentiere di origini calabresi che nel 1992 ha trovato la Tabula Cortonensis, ossia la tavoletta di Cortona, un'incisione che potrebbe svelare molti segreti dell'alfabeto etrusco. La magistratura gli nega addirittura 1 miliardo per il fortunato rinvenimento. Ma il fatto è che, nel caso di Ghiottini, di fortuna è difficile parlare. L'uomo assicura di avere trovato la Tabula durante i lavori per la costruzione di una villetta. Però Francesco Nicosia, all'epoca soprintendente archeologico della Toscana e oggi ispettore centrale dei Beni culturali, non crede affatto alla sua versione. Un pasticcio che è costato a Ghiottini un processo concluso con l'assoluzione dall'accusa di furto ma che ha portato alla sospensione del premio.Ha un bel dire il ministro Giovanna Melandri: 'Il campo della ricerca archeologica e degli scavi deve essere rafforzato'. L'elenco dei problemi da risolvere è lunghissimo. Su oltre 9 milioni di reperti, meno di 6 milioni sono catalogati e appena 869 mila fotografati. Ancora: non più di un terzo delle 2.099 aree archeologiche sono aperte al pubblico e custodite; nelle altre spadroneggiano i tombaroli, tanto che il Comando carabinieri tutela patrimonio artistico, guidato dal generale Roberto Conforti, ha recuperato negli ultimi 4 anni oltre 116 mila reperti provenienti da scavi clandestini. Infine, quei pochi cittadini che trovano qualche pezzo e decidono di consegnarlo rischiano non solo di non ricevere una lira, ma di finire persino nei guai.In verità, la legge del 1939 studiata da Giuseppe Bottai (che peraltro riprendeva norme del 1909) è molto rigorosa e contiene concetti considerati ancora oggi all'avanguardia. Peccato che sia sostanzialmente inapplicata e che finisca con il favorire, appunto, il mercato clandestino. Parte dal principio che tutto ciò che viene fortuitamente ritrovato appartiene allo Stato. Chi si imbatte in un reperto deve lasciarlo dove si trova, assicurarne l'integrità e fare immediata denuncia alle forze dell'ordine o alla soprintendenza. Questa ne valuterà l'importanza e offrirà un premio (per un massimo di un quarto del valore stabilito) sia al ritrovatore sia all'eventuale proprietario del terreno. Se sul valore non c'è accordo tra le parti, si costituirà una commissione composta da tre membri: uno nominato dal diretto interessato, un altro dalla soprintendenza, un terzo dal presidente del tribunale.'È un meccanismo meraviglioso e diabolico al tempo stesso' commenta Fabrizio Lemme, docente di diritto penale a Siena, nonchè grande esperto di legislazione dei beni culturali e collezionista d'arte: 'Per prima cosa il cittadino rischia di passare sul banco degli imputati perchè deve dimostrare che il ritrovamento è davvero fortuito. Poi, se per esempio trova qualcosa durante la costruzione della propria casa, si vedrà bloccare i lavori dalla soprintendenza, che effettuerà nuovi scavi per vedere se intorno ci sono altri reperti. Risultato: farà finta di niente e ci metterà sopra il cemento'.O magari si rivolgerà al mercato nero, dove incasserà una cifra anche dieci volte superiore. Oppure, più semplicemente, sistemerà anfore e busti in salotto. Già, quanti sono gli italiani che tengono in casa oggetti greci, romani, etruschi? 'Abbiamo chiesto al Parlamento di varare una specie di sanatoria' scuote la testa Conforti. 'Chi ha reperti dovrebbe dichiararlo entro un certo numero di mesi. Così sapremmo almeno che cosa c'è in giro'. Chissà se qualcuno recupererà quel disegno di legge. I BRONZI DI RIACE? TI DO 125 MILIONI
    Il tariffario del ministero dei Beni culturali
    Non sono più di un centinaio gli italiani che ogni anno denunciano qualche ritrovamento archeologico. E quasi sempre queste denunce sfociano in lunghi contenziosi con le soprintendenze per il cosiddetto premio di ritrovamento. Secondo la legge, infatti, chi si imbatte in un reperto e lo riconsegna allo Stato ha diritto a un massimo di un quarto del valore dell'oggetto. O a un quarto degli oggetti stessi (per esempio, 5 vasi romani su un lotto di 20). Il punto è che le soprintendenze tendono a sottostimare il valore dei beni recuperati e il premio viene rifiutato dal ritrovatore. Si devono così costituire speciali commissioni arbitrali. Insomma, le procedure scoraggiano le denunce spontanee. Tra i pochi ad avere accettato il compenso propostogli, Stefano Mariottini, il sub romano che nel 1972 incassò 125 milioni per avere scoperto i Bronzi di Riace. Per i premi di ritrovamento il ministero dei Beni culturali prevede a bilancio un apposito capitolo di spesa: quest'anno, appena 46 milioni. Di volta in volta, però, la Quarta divisione del ministero, che si occupa di archeologia, provvede all'integrazione con domande al Tesoro: nel 1998 1 miliardo e 755 milioni per 34 premi, quest'anno già 529 milioni per 18 premi.
    I TOMBAROLI NON SONO PIÙ QUELLI DI UNA VOLTAImperversano ancora. Ma le organizzazioni internazionali fanno il mercato. Clandestino
    Tombaroli, questi conosciuti. Sì, perchè la figura del ladro di archeologia è antica. Tutti, forze dell'ordine comprese, ne conoscono i segreti, che si tramandano di generazione in generazione. Si sanno le zone in cui i tombaroli lavorano e i loro metodi: entrano in azione di notte, sempre in coppia, uno a fare da palo mentre l'altro scava, in collegamento con una radio. Ma conviene ancora il mestiere? 'Chi fa i soldi non è il tombarolo' assicura Roberto Conforti, generale dei carabinieri, 59 anni, da 9 alla testa del Comando tutela patrimonio artistico, 'ma l'organizzazione che si occupa di piazzare i reperti'.
    La novità è proprio questa: il traffico di opere d'arte, a partire dai beni archeologici, è oggi in mano alla criminalità organizzata, che agisce a diretto contatto con collezionisti senza scrupoli e musei compiacenti. Il tombarolo è l'ultimo anello della catena. E raccoglie le briciole. Un esempio? La Triade Capitolina, tre statue in pietra di Giove, Giunone e Minerva, opera alta un metro e 20 centimetri e lunga due metri risalente al II secolo dopo Cristo, proveniente dall'area dell'Inviolata (in realtà, violatissima), a Guidonia (Roma): questo capolavoro stava per essere immesso sul mercato clandestino per un prezzo di almeno 60 miliardi, ma è stato recuperato in extremis, allo Stelvio, pochi metri prima del confine svizzero, e oggi si trova al museo di Palestrina. Ai tombaroli, garantiscono gli esperti, sarebbe finita una cifra vicina al milione. Niente di più.
    Al di là dei risvolti penali, il proliferare del mercato nero produce l'effetto di staccare i reperti archeologici dal loro contesto: è più difficile stabilire date, origini, fare collegamenti storici. Ancora una volta, però, il tombarolo c'entra solo in parte, non è che l'esecutore materiale del trafugamento. Finchè ci sarà qualcuno a New York o a Tokyo disposto a fare follie per un pezzo...
    (Alba Lercara)
     
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    Il solito porcellum all'italiana :sick:
     
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    Vecchissimo argomento di discussione, pur sempre attuale.
    Il punto è più o meno questo: un bambino monello si merita genitori molto severi o sono i genitori troppo severi che si meritano il bambino monello?
    E l'italiano medio scorretfurbetto lo è nel dna. Basta sentire i tg. Frana su questo qualunque paragone con altri popoli del nord Europa.
     
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    Purtroppo in Italia la legislazione fa schiffo!
    A mio parere quando si tratta di ritrovamenti fortuiti dovrebbero oltre che darti un certo premio darti la gloria della scoperta perché, penso, che vedere il tuo oggetto al museo con il tuo nome sotto non avrebbe prezzo.
    Invece conosco diverse persone che hanno consegnato dei reperti alla sovraintendenza e gli stessi sono letteralmente spariti insieme alla ricompensa.
    A parte che sono stati accusati di fare i tombaroli ed hanno avuto la casa perquisita, quando sono andati a chiedere notizie dei reperti nessuno sapeva niente e in un altro caso erano in restauro per anni.
     
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    Io credo che molte leggi in Italia, tralasciando la questione ritrovamenti, rendano per forza di cose, anche il cittadino piu' onesto, un delinquente.
     
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    PiadaKid, è un'asserzione troppo generica per poter essere d'accordo. Per fortuna, a mio avviso, non siamo al Far West e gli onesti "in galera" mi piace credere che siano deprecabili eccezioni.
    Se invece intendi dire che varie leggi sono scritte male, altre volutamente generiche, per cui ci può essere il rischio di trovarsi imputati di qualcosa pur avendo tenuto una condotta esemplare, sono pienamente d'accordo. E questo dovrebbe portare ad un atteggiamento ancora più prudente di chi fa certe attività e non vuole correre rischi.

    Nemesi44: penso che la diffidenza per i ritrovamenti e le resistenze per il pagamento di ricompense da parte delle Autorità, sia figlia soprattutto della cronica assenza di fondi pubblici da destinare a tale finalità "fortuita", ma anche della scarsa fiducia sulla buona fede del ritrovatore. E quest'ultima, come ho detto, secondo me è almeno in parte giustificata.
    Di cosa stiamo parlando? Di oggetti di interesse archeologico trovati in maniera fortuita, a vista, mentre uno passeggia, ara il proprio campo o fa un'immersione cercando conchiglie? Non credo che parliamo di questo.
    Perché se stiamo parlando di oggetti che non potevano che essere trovati con un md, la casualità del ritrovamento è più dura da dimostrare in Italia. Soprattutto se un minimo, minimo, di interesse storico il luogo del ritrovamento lo rivestiva. Praticamente tutta l'Italia è di interesse storico! Ed il metal? Non ci scordiamo che il codice stesso lo "demonizza" prevedendo un raddoppio della pena se la ricerca risultasse per un giudice non regolare! Dura lex sed lex.

    In Inghilterra c'é più fiducia perché c'é più etica, correttezza, senso civico, chiamatelo come volete? O c'é più correttezza perché c'é più fiducia delle Autorità nei confronti dei detectoristi? Io la mia risposta ve l'ho già data.
    Certo là hanno anche più risorse per pagare ricompense :D
     
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    P.S. mi è venuto in mente un caso concreto apparso sulla stampa, che riporta l'irreprensibile comportamento di un fortuito ritrovatore che ha consegnato le monete romane ritrovate su un affollato litorale toscano a tre metri di profondità. Forse mentre cercava conchiglie o pescava polpi.
    http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronac...tiche-1.9735672
    Se mai questo signore, oltre la notorietà, chiedesse anche la ricompensa, voi, dall'altra parte, nutrireste un minimo di diffidenza sulla casualità del ritrovamento e sulle circostanze in cui è avvenuto?
    Non vuole essere maliziosa :D
     
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    Concordo pienamente con APLU, riguardo i discorsi sull'onestà di chi ritrova dei beni archeologici e il fatto di trovarli con il metal sarebbe già un dolo.
    Però così praticamente chi fa il furbo ottiene più di chi è onesto e in Italia per le leggi e la giustizia che non funziona il disonesto ha sempre da guadagnarci...
    Il disonesto serio, perché l'hobbista padre di famiglia che magari beccano con una moneta romana che non vale una cippa lo rovinano!
    Per questo penso che in altri paesi abbiano regolamenti migliori e più permissivi.
    Nulla toglie al fatto che se ti beccano col picco che devasti una tomba devi finire in galera e restarci.
     
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    CITAZIONE (nemesi44 @ 5/10/2014, 22:22) 
    Però così praticamente chi fa il furbo ottiene più di chi è onesto e in Italia per le leggi e la giustizia che non funziona il disonesto ha sempre da guadagnarci...

    Non lo credo. Anzi credo che in Italia sia pericolosamente diffuso questo tipo di scoramento.
    Ne qualcuno potrà convincermi che rappresenti un rischio consegnare quanto trovato. Anzi è comunque un mattone sul muro della fiducia reciproca.
    Non credo siano stupidi da terrorizzare gli onesti. Gli onori e le ricompense sono altra cosa. Certo bisogna essere in grado di poter dire a testa alta dove eravamo altrimenti qualche tirata d'orecchi ci sta, soprattutto se pretendiamo qualcosa in cambio.
    Se non la pensassi così e, le poche volte che ormai vado, dovessi vivere nella paura di trovare per caso qualcosa di interessante e poi in quella di cosa fare, avrei appeso il fido da tempo.
     
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    Secondo me sei troppo fiducioso sulle leggi che ci governano e su chi deve farle rispettare :lol:
    Forse hai avuto la fortuna di non aver mai avuto a che fare con la "legge" e spero che non gli capiti mai a nessuno, me compreso, perché poi non parleresti così.
    Ho conoscenti meno fortunati che hanno ancora processi penali in corso per delle stupidaggini assurde. Processi che durano anni e che nessuno mai ti rimborserà delle spese e dello stress e che alla fine si concluderanno con un nulla di fatto.

    E' un discorso troppo ampio da affrontare e dico solo una cosa... se siamo allo stato che siamo in Italia, qualche domanda me la farei.
    E io non credo che sia solo colpa dei singoli cittadini furbetti... Senza contare che a volte tocca diventarci furbetti se si vuol sopravvivere in questo sistema.
    Leggi troppo repressive o fatte alla cazzo, ti ci costringono ad essere un "fuori legge".
    Perché come diceva qualcuno duemila anni fa... Chi è senza peccato scagli la prima pietra.

    In Italia non si è capaci a regolamentare. Solo a Vietare.

    P.S.
    Per lo meno nel mio paese, quando esco di casa, più che dei delinquenti ho paura delle forze dell'ordine.
    Tra posti di blocco, etilometri, multe, velox...

    Forse sono io che son troppo "anarchico" ma stò sistema è creato ad hoc per spillare soldi solo agli onesti.
     
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  11. jagoogai
     
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    Buongiorno a tutti
    Piadakid sono d'accordo con il tuo ultimo post, proprio ieri in un'altra sezione qui sul forum ho postato una mia partecipazione.
    La sezione richiama l'attenzione a non postare oggetti di interesse archeologici e storici, in tal caso seguendo le discussioni potrete notare che alla fine vi é una certa attinenza con le argomentazioni trattate in questa stanza, e dove appunto in linea di massima il mio ragionamento sotto riportato é in linea con quello di Piadakid.

    Discussione di ieri

    Ragazzi leggo solo ora le vostre belle discussioni, io posso confermare che il costume degli italiani non è sicuramente da eloggiare e questo male colpisce tutte le classi sociali.
    Vivo in un contesto territoriale dove il sottosuolo ancora oggi sfornerebbe storia messapica e quant'altro ad ogni cm di scavo, solo di oggi un'articolo di scavi archeologici in prov. di Lecce in un piccolo paesino con due scoperte importanti, da una parte un bracciale in bronzo con rilievi e un manico di coltello sotto l'ascella del defunto, a sempre nello stesso sito evidenti tracce di scavi pirata.
    Questa é una realtà dove nonostante tutto, qualcosa di storia ancora la si puó scrivere, ma una tra le cose piú assurde in assoluto consiste nel vedere applicare anni e anni di burocrazia su molti siti per decenni e ventenni, e alla fine tutto si conclude in frittata.
    Cosa succede veramente?
    Secondo me é tutta una questione che riconduce sempre ad un punto solo, dov'è stata e dov'è oggi la responsabilità di ogni cittadino, qualsiasi grado sociale egli rivesta?
    Oggi le varie sovraintendenze lamentano di non avere fondi per proseguire i lavori ed assicurare interi patrimoni artistico culturali, Inoltre questa ipotetica realtà é un danno per la società!
    Perche?
    Semplicemente se da un lato assistiamo a veri scempi con l'abbandono di siti dalla rilevanza storica indiscutibile, dunque conseguentemente ne scaturiscono furti e danneggiamenti, da un'altra parte molto spesso si assiste in aree denominate a "vincolo paesaggistico" un blocco ventennale di interi progetti di sviluppo che spesso diventerebbero pilastri portanti per uno sviluppo legato a territori decontestualizzati rispetto al progresso civile!
    Interi progetti rimodellati per decenni, sottoposti a interi studi da parte di tecnici preposti e preparati a mantenere il piú possibile contesti territoriali sani ed inalterati, non hanno piú ragione di esistere dopo vent'anni perché il progresso ormai é avanti, é lo scandalo maggiore dopo aver perso opportunità di creare indotti lavorativi consiste nel fatto che il sito archeologico ormai é diventato un fantasma, uno spirito che spesso perde la sua identità frantumato negli scavi.
    Ritorno al concetto di responsabilità, chi avrebbe dovuto negli anni evitare che tutto degenerasse a tal punto?
    Chi ha sottratto fior di miliardi alle casse pubbliche affinché se ne potesse indebitamente appropriarsene e arricchirsene illecitamente?
    Perché la società deve patire le conseguenze di intere classi politiche costituite solo da "politiccizzanti" che alla fine della favola scopriamo essere sempre della stessa pasta?
    Dov'è l'amore per la patria, per la salute, per i beni pubblici, dov'è tutto questo?
    Sono fermamente convinto che questo modo di fare democrazia non porti da nessuna parte, intendere la democrazia come atto di libertà verso la mancanza di rispetto e legalità é un danno incommensurabile.
    Mi spiace dirlo ma credo che una mentalità come quella nostra ormai sia in gran parte irrecuperabilmente marcia e chi si dissocia da questo marciume come me e come molti di voi, dovrebbero promuovere un sistema di vera restrizione, di vera legalità.
    Oggi vediamo tutti i giorni situazioni paradossali, dove di fronte ad evidenti illegalità si é capaci di raggirarne il tutto e uscirne quasi indolore!
    Per i nostri figli non é sicuramente una buona scuola e già oggi noi ne stiamo pagando amare conseguenze.
    Un saluto a tutti

    Scusate gli errori grammaticali ma ho buttato tutto giù d'un fiato, sono in bestia per questo "sistema".
     
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10 replies since 1/10/2014, 19:41   2223 views
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