☀☀☀Metal Detector Italia☀☀☀

Posts written by fokista

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    Forse forse 3 baiocchi della Repubblica Romana del 1849.
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    Eureka! 1 soldo di Carlo Emanuele IV. :lol:
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    Forse 1 soldo, di Carlo Emanuele III naturalmente.
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    Ciao Wildeagle,

    concordo con la tua osservazione e mi scuso della mia lettura un po' superficiale della recensione della mostra. In effetti nella versione originaria delle famose 10 leggi (ovvero nei libri biblici dell'Esodo e del Deuteronomio) vi è il divieto divino di adorare idoli od immagini di ciò che è lassù nel cielo, di ciò che è quaggiù sulla terra, di ciò che è nelle acque e sotto la terra. La tendenza all'"aniconicità" dell'arte islamica è sicuramente dovuta al permanere, nella tradizione religiosa islamica, di questo precetto. Esattamente, come hai giustamente notato, lo stesso avviene nell'ebraismo sebbene anche qui vi sia stato tutto un dibattito e uno sviluppo dell'interpretazione dei comandamenti.
    Quello che generalmente non si conosce è che anche all'interno del cristianesimo ci fu un duro sconto tra chi decise di rispettare o meno questo comandamento. Il dibattito, ma anche il vero e proprio scontro, sull'iconoclastia si protrasse per più di un secolo in seno alla Chiesa Cristiana e riemerse anche in alcuni rami del Protestantesimo. Tema imbarazzante, così come è imbarazzante scoprire come ai cattolici venga oggi propinata una versione semplificata e ridotta dei comandamenti, dove, guarda caso, sparisce proprio il precetto contro l'idolatria!

    Bene, scusate se mi sono dilungato un poco e grazie ancora a Wildeagle per limpeccabile correzione.
    A presto!
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    Molto interessante, peccato solo che la mostra abbia chiuso i battenti già da tempo. Comunque, tanto per stare in tema, vi segnalo questi due articoli inerenti sepolture simili a quelle descritte nell'articoli postato da Wildeagle.


    www.focus.it/curiosita/storia/Il_va...191746_C12.aspx
    www.comitatopercampiglia.it/blog/20...-a-san-cerbone/

    A presto!

    Edited by fokista - 26/3/2012, 20:08
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    Per chi ne fosse interessato segnalo la mostra sulle monete islamiche "Mille e una... moneta". Eccovi la recensione della mostra tratta da "Il mattino di Padova": http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/20...rmann-1.3270823

    CITAZIONE
    Monete islamiche in mostra a Palazzo Zuckermann

    «Mille e una moneta»: è l’esposizione inaugurata a Padova con la collezione del Museo Bottacin. Oltre 500 pezzi tra i più preziosi esistenti in Italia



    PADOVA. È la terza raccolta più importante d'Italia e adesso che è stata minuziosamente catalogata si mostra al pubblico in tutto il suo valore. È stata inaugurata a palazzo Zuckermann l'esposizione «Mille e una....moneta», realizzata con una selezione degli esemplari della collezione di monete islamiche del Museo Bottacin e arricchita da opere della Biblioteca civica e del Museo d'Arte.

    «Con questa mostra -ha dichiarato il direttore dei Musei civici Davide Banzato, direttore della mostra insieme a Roberta Parise -raccogliamo l'invito dell'assessore alla cultura Andrea Colasio a riempire gli spazi per esposizioni temporanee di Palazzo Zuckermann con esposizioni che valorizzino le collezioni ospitate nel palazzo. Iniziamo con questa mostra allestita con la collezione di monete islamiche del Bottacin: oltre 500 pezzi, molto interessanti perché è possibile seguire la trasmigrazione degli elementi da una tradizione iconica come quella occidentale a una civiltà aniconica come quella islamica».

    Una mostra che è un'occasione per scoprire dinastie, zecche, regioni e regni forse del tutto sconosciuti, ma di grande fascino, così come a colpire il pubblico sarà certamente l'eleganza del segno calligrafico e l'armonia delle raffigurazioni. Ma che è anche in grado di confutare quella generalizzazione che vede come caratteristica fondante dell'arte islamica il suo essere aniconica, in virtù di una presunta proibizione di utilizzare immagini da parte degli artisti islamici, divieto che sarebbe stato imposto per evitare che in un certo senso l'artista si sostituisca al Creatore imitando le forme naturali. In mostra infatti non mancano esemplari con immagini di animali, di piante e di persone, che spesso rimandano al tema della regalità attingendo dalle tradizioni iconografiche locali.

    «È infatti solo dal 694 che dalle monete scompaiono le immagini - precisa Bruno Callegher, curatore della mostra insieme a Frédéric Bauden - per poi ritornare con l'arrivo dei crociati intorno al XII-XIII secolo». Una raccolta "storica" quella esposta a Palazzo Zuckermann, nata con il museo stesso: fu proprio il fondatore del museo Nicola Bottacin a dar inizio alla raccolta nell'Ottocento. Ma l'interesse di collezionisti e studiosi padovani per le monete islamiche affonda le sue radici nei secoli precedenti: esemplare la figura di Simone Assemani (1752-1821), prete maronita, professore di lingua araba al seminario e docente nell'università cittadina, uno dei pochi che all'epoca sapeva scrivere e leggere in arabo, che diede alle stampe il primo libro italiano di numismatica pubblicando il catalogo della collezione posseduta dal nobile veneziano Giacomo Nani.

    Al primo nucleo messo insieme da Bottacin si sono aggiunti negli ultimi decenni due importanti donazioni: quella degli eredi di Pietro Ravazzano, per molti anni direttore della filiale del Banco di Roma a Beirut e quella di Giovanni Bertelè, figlio della marchesa Eleonora Malaspina e di Tommaso Bertelè, ultimo ambasciatore italiano presso la Sublime Porta dell'Impero Ottomano a Istanbul. Ad oggi conta 586 esemplari, in oro, argento e bronzo, che coprono un arco cronologico tra il VII e il XX secolo, con un'estensione geografica degli esemplari che va dalla penisola iberica fino all'India. Il catalogo della collezione a cura di Frédéric Bauden rappresenta l'unico catalogo completo di collezioni numismatiche islamiche esistente in Italia.

    La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 10 aprile, orario 10 - 19. Ingresso libero

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    Ciao Farinello,

    complimenti è veramente molto bella e non mi pare di averne mai viste altre di simili. Veramente un ritrovamento di classe per un ricercatore di classe! :P

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    Ciao Wildeagle,

    l'oggetto misterioso al centro di questa tua foto



    (quello con le linguette per intenderci) è la parte della fisarmonica detta "voce armonica".
    A presto!
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    :mb3.gif:
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    E allora dicoooo.... dos centavos! Sempre argentini, naturalmente.
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    Moneta argentina, forse 20 centavos.
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    Dichiaro ufficialmente venduto l'F5 di questo annuncio.
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    Attenzione ragazzi,

    non fatevi fuorviare dalle vergognose informazioni della stampa "ufficiale". Il massacro di Port Said è tutto politico e c'entra poco o nulla con lo sport o lo scontro tra tifoserie così come lo conosciamo in Europa. Per comprendere invece ciò che è accaduto veramente bisogna analizzare lo scontro politico e sociale che ha terremotato, e continua a terremotare, la società egiziana da un anno a questa parte. Bisogna infatti sapere che nelle manifestazioni contro Mubarak prima, e contro la giunta militare ora, la difesa militante delle piazze è stata spesso garantita dalle tifoserie organizzate che hanno così sposato in pieno la causa della "primavera araba" o, come dicono loro, della rivoluzione. Famoso è ad esempio l'appoggio apportato alla difesa di Piazza Tahrir dalla tifoseria dello Zamelek del Cairo. Altra prova di ciò è che proprio in questo processo di presa di coscienza politica e partecipazione alle manifestazioni le tifosere, magari una volta avversarie, hanno finito per coalizzarsi, e perfino a fondersi tra loro come il caso del Cairo dove sono nati gli "Ultras Tahrir Squares".
    I fatti di Port Said sono da inquadrarsi quindi in questo ambito. La tifoseria dell'al Ahli è stata infatti parte integrante delle importantissime manifestazioni e mobilitazioni della città industriale di Port Said. Quello che è successo nello stadio della città il 28 gennaio non è stato altro che una rappresaglia armata del regime militare e delle squadracce mubarakiane. Infatti mentre la polizia chiudeva tutte le uscite, anche quelle di sicurezza, e restava a guardare senza muovere un dito, i tifosi dell'al Ahli sono stati aggrediti da squadre perfettamente armate (coltelli, centinaia di bastoni bianchi e perfino armi da fuoco) ed indisturbate. Il risultato è stato un vero e proprio massacro (73 morti e più di 1000 feriti!), pianificato dall'alto e permesso dale autorità militari e politiche. Non si tratta assolutamente quindi di uno scontro tra tifoserie (anche se così si è mascherato) ma il tentativo della giunta militare di colpire i settori più militanti e attivi della potesta in atto in Egitto.
    Questo è stato immediatamente capito da tutto il movimento egiziano tanto che il giorno successivo al Cairo si sono formati spontanemante ben tre cortei che sono andati diretti ad assediare il Ministero degli Interni. E mentre attorno il ministero si riaccendeva la battaglia, con la polizia e l'esercito che sparava lacrimogeni in quantità industriale e proiettili veri, il movimento intonava lo slogan “Il popolo vuole giustiziare il federmaresciallo”, ovvero il movimento ha riconosciuto e condannato come responsabile del massacro di Port Said la polizia e la giunta militare!
    Concludo citando un breve passo dell'appello del movimento Ultras di Piazza Tahrih, distribuito al Cairo subito dopo l'eccidio di Port Said:

    CITAZIONE
    Si! Sono martiri, sono diventati martiri i compagni insieme ai quali, per 5 anni, abbiamo condiviso gioia e dolore. Oggi il maresciallo e i suoi complici hanno voluto mandare un chiaro messaggio, vogliono punirci e condannarci a morte perché ci uniamo alla rivoluzione, perché lottiamo contro l’oppressione e i crimini, come quelli di oggi.

    Signori, questa è una nuova serie delle tante serie di crimini della repressione del regime, repressione che vuole uccidere la rivoluzione dei giovani egiziani e aumentare il numero dei martiri.

    E non sapevi che ogni goccia di sangue versata, avrebbe riacceso la nostra rivoluzione, e avrebbe riacceso le nostre urla che chiederanno la tua testa, caro maresciallo traditore? E avete creduto che l’Egitto e il suo popolo potessero fare un passo indietro?

    Non si sono presentati né il governatore, né il capo della sicurezza, non trovammo né la polizia militare né la sicurezza centrale. Per la prima volta nella storia degli incontri di entrambe le squadre, la polizia s’è ritirata. Sì, il vostro piano è chiaro.

    D’ora in poi inizieremo una nuova guerra per difendere la nostra rivoluzione e i diritti dei nostri martiri, e ci prepareremo a ricordare il 28 gennaio. Vi faremo riassaporare i momenti in cui, chi come voi appoggiava il precedete governo si dovette fermare e si dovette arrendere mentre osservava i rivoluzionari egiziani, di cui noi facciamo parte, seminare la propria libertà.

    Altro che chiacchiere! Questo significa avere il sangue nelle vene!
    Mi fermo qui perchè comprendo che non può essere questo forum il luogo per approfondire ulteriormente la cosa e non voglio creare nessun grattacapo ai moderatori. Sono comunque a disposizione per chiunque fosse interessato a ricevere altri chiarimenti o anche semplicemente ad uno scambio di punti di vista.
    Un saluto

    Fokista
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    CITAZIONE (rollaz @ 11/2/2012, 15:35) 
    Ti dispiace fokista se ti chiedo il motivo della vendita?

    Figurati! Il motivo è molto semplice: ho ricevuto questo metal grazie ad una vincita ma al momento non mi interessa. Tutto qui.
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    Come da titolo vendo un Fisher F5. Il metal è nuovo, mai usato, nel suo imballo originale e accompagnato dallo scontrino di vendita datato 02/02/2012 valido per una garanzia di 24 mesi.


    Ebbene lo vendo a 400 Euro, spese postali incluse.

    Allego una foto anche se in fondo è del tutto inutile in quanto, ripeto, il metal è nuovo di zecca! :woot:

    A presto.

128 replies since 15/4/2010
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