☀☀☀Metal Detector Italia☀☀☀

Posts written by fokista

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    Ciao Ryan,

    guarda caso io vivo a pochi Km da Nervesa. Se vuoi provo ad informarmi. Nel frattempo credo tu possa richiede al Ministero della difesa il foglio matricolare del nostro Defendente.

    A presto!
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    Tanto per movimentare un poco il forum in questa calda serata di luglio vi posto il mio ultimo ritrovamento: un bel campanaccio per mucche!
    Lo so, lo so, di certo non è un oggetto molto vecchio e nemmeno così raro da giustificarne una discussione. Però...
    Però mi stà simpatico, suona che è una bellezza e credo che non sfiguri in questa sezione. Pertanto eccovelo qua:



    A presto!
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    CITAZIONE (jeijei1975 @ 17/7/2012, 22:46) 
    Una piccola precisazione, il Lebel 8 mm veniva usato anche nel fucile Berthier Francese e usava un caricatore a lastrina da 3 o 5 cartucce che stò cercando da 2 anni con il mio metal <_< <_< <_< <_< <_< ,Io mi stò facendo un quadro con tutti i tipi di cartucce di pistola e fucile che ho trovato nelle zone ww1 :mb23.gif: per ora ne ho 8 da pistola e 10 da fucile ;)

    Ciao Jeijei,

    perchè non ci posti il tuo quadretto, anche se incompleto. Così vediamo quel che ti manca..

    A presto!
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    Ottima rassegna Ryan. Solo io avrei messo al fianco delle cartucce anche una ogiva senza bossolo. Riconoscere questi ultimi è in fondo abbastanza semplice grazie alle sigle sui fondelli. Altra cosa è invece riconoscere le ogive, soprattutto quelle che non si trovano tanto abitualmente.
    In ogni caso, :mb6.gif:
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    Complimenti vivissimi SAST. Quante belle cosine... :wub:
    Soprattutto le devozionali. Ad una occhiata veloce ho riconosciuto San Carlo Borromeo, San Benedetto, San Venanzio, San Bianco, San Pellegrino (il santo, non la bibita <_< ) e pure una Madonna immacolata ante dogma. Che assortimento!
    E del timbro/sigillo che ci racconti, il fondo è piatto?

    A presto!
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    Ciao Kingmetal,

    il santo raffigurato nella tua devozionale dovrebbe essere San Bernardo di Chiaravalle. Proprio come hai notato, in mano stringe la croce e gli strumenti della passione.
    Invece sull'altro lato della medaglia credo sia raffigurata la Madonna "Regina Montis Regalis" del santuario di Vicoforte (Mondovì). Non solo mi pare corrisponda l'iconografia, ma questa immagine mariana è speso associata proprio a San Bernardo.
    Tutto questo in via ipotetica, naturalmente, nell'attesa di poter apprezzare qualche dettaglio in più dopo il "trattamento".

    A presto!
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    Ottima iniziativa!
    Qualche tempo fa anche a me era venuta l'idea di fare una lista dei musei e delle raccolte etnologiche del nostro paese. Dopo un paio di giorni di lavoro ci ho rinunciato! E' incredibile quanti ce ne siano e di quale varietà. Provate solo ad impostare la ricerca di google immagini con i termini museo etnologico e guardate cosa salta fuori! Queste raccolte rappresentano una ricchezza veramente impressionante, ma al contempo è evidente quanto siano sottovalutate e poco valorizzate.
    In ogni caso sono qui per dare il mio piccolo contributo e vi segnalo subito questi siti:

    Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari www.popolari.arti.beniculturali.it/

    Piccolo Museo del Lavoro “G. Bresciani” www.tusciaromana.info/5Turismo/t_mu...alogo.htm#61-70

    Museo Civico di Biassono www.museobiassono.it/Italiano/index.php

    Paese Museo della Vita Popolare di Buscemi www.museobuscemi.org/il_museo.htm

    Museo del Castagno & Colognara www.museodelcastagno.it/index.php

    Museo della Seta di Como www.museosetacomo.com/

    Museo delle Arti e Professioni di Cuggiono www.museocuggiono.it/

    Archivio di Etnografia e Storia Sociale della Regione Lombardia www.aess.regione.lombardia.it/joomla15/

    Museo Etnografico di Londrino www.museoetnografico.it/

    Museo del Malcantone www.museodelmalcantone.ch/cms/

    Museo Etnografico di Ortonovo www.metortonovo.it/

    Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna www.metweb.org/met/

    Museo della Bonifica di San Donà di Piave www.museobonifica.sandonadipiave.net/

    Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele www.museosanmichele.it/

    Museo Etnografico di Schilpario www.scalve.it/museoschi/default.htm

    Museo dell'Uomo di Susegana http://museodelluomo.altervista.org/joomla/

    Mi fermo qui, ben sapendo che questa è solo una piccolissima parte del nostro patrimonio etnografico. Speriamo che questa lodevole iniziativa di Farinello prenda il volo e che ognuno di noi contribuisca segnalando almeno le raccolte del proprio territorio. Ne potrebbe venir fuori una bella mappa delle raccolte e dei musei italiani. Al lavoro gente!
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    CITAZIONE (alessandro777 @ 30/6/2012, 20:49) 
    si ma forse ho sbagliato a postarlo qui,era meglio se lo mettevo nella stanza sotto,quella dei bottoni

    Se vuoi ti sposto io la discussione nell'altra stanza con i miei super poteri di moderatore. :ph34r:
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    Complimenti Aessandro! Ma dove sei andato a pescarlo?? Se lo hai trovato dalle nostre parti potrebbe essere legato alla resistenza partigiana.
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    Ciao Strobo,

    da che zona arrivano? Comunque ad occhio dovrebbero essere delle biglie di shrapnel.
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    Ciao Strobo,

    sono contento di vedere che non sono l'unico a voler estrarre informazioni (e narrazioni) anche da un semplice chiodo. Forse il più bistrattato tra i nostri ritrovamenti dopo gli strappi di lattina. :lol:
    Però a volte bisogna arrendersi alla limitatezza degli elementi e delle nostre conoscenze...
    Per quanto riguarda i chiodi come già sottolineato dagli altri amici del forum è molto difficile poter arrivare ad una loro datazione credibile. Generalmente è il contesto del ritrovamento a fornire gli indizi principali. Oppure si possono avanzare delle ipotesi quando si è certi che il chiodo abbia avuto una determinata funzione. Ad esempio vi è una teoria su come datare i chiodi dei ferri di cavallo, naturalmente sempre in maniera molto ipotetica. Ma oltre questi casi particolari è molto dura..
    Si possono avanzare però delle ipotesi basate su considerazioni generiche. I tuoi chiodi, ad esempio e a mio modesto avviso, non sembrano molto compromessi dalla ruggine, considerando anche le dimensioni. Per questo motivo sarei propenso a non considerarli molto vecchi. Certo sappiamo che vi sono molti fattori che possono incidere, ma così a naso non credo possano essere antecedenti all'800. Contemporaneamente, essendo chiodi di fattura artigianale, possono al massimo essere stati forgiati nella seconda metà del '900, limite dopo il quale la produzione industriale prese definitivamente il sopravvento. Da queste osservazioni, assai superficiali a dire il vero, credo si possano ottenere i limiti temporali entro i quali posizionare i tuoi chiodi.
    Come vedi non ho aggiunto nulla a quanto già detto dal resto della banda :P . Comunque non ti abbattere e continua così!

    A presto!
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    CITAZIONE (Federico bi @ 20/6/2012, 00:37) 
    mi potresti far vedere il retro della moneta se è possibile?mi interessa...

    Eccola qua!



    Comunque non è difficile trovarla in rete. Basta digitare su un qualsiasi motore di ricerca le parole "100 furlans".

    A presto!
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    Grazie a tutti! Ma aspettate un attimo...

    Infatti, dato che avete apprezzato, adesso vi beccate pure la seconda parte di questo speciale sui ferri per buoi... :mb52.gif:

    Allora,

    come per la forma dei ferri di cavallo anche per quelli dei bovini ci sono delle differenze regionali. Infatti ho notato come i ferri di area anglosassone siano differenti dai "nostri" ed abbiano una forma più stretta, a mo' di virgola.
    Ecco un esempio di ferri provenienti da una raccolta statunitense che hanno anche il pregio di essere montati a scopo didattico su uno zoccolo.



    Osservando bene, oltre alla forma, in questi ferri certamente non antichi vi sono anche altre diversità rispetto ai ferri che troviamo generalmente dalle nostre parti. Vi è la presenza di ramponi sia nella parte frontale che in quella posteriore del ferro e i fori dei chiodi sono disposti in un solco (di cui non conosco il termine tecnico esatto :angry: ) esattamente come avviene nei ferri di cavallo di epoca moderna. Inoltre è differente anche la testa dei chiodi. Infatti, qui la capocchia è schiacciata lateralmentementre. Ecco perchè in alcuni testi di area anglosassone i chiodi per i ferri dei buoi sono descritti e raffigurati così:



    Sempre a riguardo del modello a "virgola" vi propongo altri due esemplari di epoche differenti. Il primo proviene dal museo di Aylesbury (GB) e presenta un bordo esterno "ondulato", in corrispondenza dei fori per i chiodi. Questo modello è probabilmente tra i più antichi e ricorda i ferri di cavallo altomedievali. Purtroppo non è facile trovare dei ferri così antichi anche perchè, secondo alcuni autori, il materiale con cui venivano fabbricati era assai più scadente, e quindi più soggetto a corrosione e rotture, di quello dei ferri di cavallo.



    Il secondo modello che vi propongo testimonia invece il passaggio dalla fattura artigianale a quella industriale dei ferri per buoi. Ed ecco allora un bel paio di ferri industriali con tanto di numero "patent":



    Naturalmente vi saranno altre numerose varietà, legate alla tipologia del terreno, alla tecnica di forgiatura, alla tradizione regionale, ecc... Bisogna inoltre sempre ricordare che i maniscalchi creavano questi ferri quasi a misura delle zampe dell'animale che variavano naturalmente notevolmente per dimensione ed anche per forma o caratteristiche "individuali" dell'animale. Vi erano infatti, come per i cavalli, ferri speciali per correggere un appogio imperfetto del piede e ferri protettivi per proteggerne magari la parte più interna. Come in questo caso dove i ferri delle due unghie risultano uniti, probabilmente proprio per ragioni veterinarie.



    Bene mi fermo qui, ma ho numerose altre cartucce per il futuro... :P
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    CITAZIONE (Centurio Cornelius @ 18/6/2012, 07:13) 
    la prima che trovai , tornai a casa tutto contento.
    credevo fosse un guanciale di un elmo romano. :D

    poi desmoale mi illumino'.....

    :lol: :lol: :lol: questa è proprio simpatica!
    Comunque, per chi volesse, ho inserito qua https://metaldetectoritalia.forumfree.it/?t=62005974 qualche altra cosetta su questi ferri.

    A presto!
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    Prendendo lo spunto da una recente discussione ho pensato di riassumere qui alcune basilari informazioni sui ferri per buoi.
    Spero che queste righe vi siano gradite, anche considerando con quale frequenza ci imbattiamo in questi ritrovamenti. :B):

    Dunque,
    i mammiferi provvisti di zoccoli sono detti ungulati e si dividono in due grandi categorie: gli artiodattili e i perissodattili. La differenza tra questi due gruppi consiste nel numero di "dita" presenti sulle zampe.

    I perissodattili hanno un numero dispari di dita. Per questo nel corso del tempo un dito con la relativa unghia si è sviluppato e specializzato nel sostenere il peso dell'animale. In questa categoria rientrano i cavalli, i muli, gli asini, le zebre, ecc. Vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Perissodattili

    Gli artiodattili invece hanno un numero pari di dita. Per questo anche il peso dell'animale si è dovuto suddividere per ogni zampa su due dita che si sono sviluppate specularmente. All'ordine degli artiodattili appartengono numerose famiglie (vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Artiodactyla) ma soprattutto, per quel che ci interessa qui, la famiglia dei bovidi.

    Questa premessa un poco "cattedratica" serve a spiegare scientificamente la differenza dei ferri equini da quelli bovini. Mentre la ferratura dei cavalli e simili è fatta per proteggere un'unica grande unghia (leggi zoccolo), nei bovini è necessario invece proteggere due unghie ben distinte. Ecco perchè i ferri per buoi possono apparire come dei "mezzi ferri di cavallo". In realtà si trattava invece di ferri indipendenti, che venivano applicati su entrambe le unghie di ogni zampa.
    Come per i ferri di cavallo anche quelli per i bovini venivano fissati con i chiodi battuti direttamente nell'unghia dell'animale. Tralasciando i modelli più antichi, questi chiodi hanno generalmente una sezione quadrata/rettangolare e la capocchia è a forma di tronco di piramide rovesciata. Questo per evitare al minimo la possibilità che questi chiodi si muovessero con la relativa perdita di stabilità del ferro.



    Sempre a questo scopo anche i fori sul ferri erano quadrati o rettangolari, con una svasatura adatta ad accogliere la capocchia piramidale dei chiodi. Ma per essere più chiaro ecco un'immagine chiarificatrice:



    I ferri per bovini potevano essere delle semplici "suole" di ferro, come quella della foto qui sopra, o presentare delle "tasche" atte ad agganciare meglio l'unghia. Eccone un paio di esempi.




    La ferratura di questi animali serviva naturalmente a salvaguardarne gli zoccoli. Ma trattandosi di animali impiegati soprattutto nel traino di grandi masse (carriagi, tronchi, aratri ecc.., erano in fondo le grandi motrici dell'epoca preindustriale) anche le loro ferrature era adeguata a terreni pianeggianti o comunque non troppo dissestati o scoscesi. Per questo generalmente i ferri per i buoi sono sprovvisti dei ramponi (fissi o mobili) tipici invece dei ferri di cavallo. Ma non sempre.. Non dimentichiamo ad esempio che fino all'età napoleonica le artiglierie degli eserciti dovevano essere trainate su ogni tipo di terreno proprio dai buoi. Ecco infatti un esemplare fornito di rampone nella parte posteriore.



    Bene, per ora, ma solo per ora ;) , è tutto.
    A presto!

    Edited by fokista - 18/6/2012, 21:19
128 replies since 15/4/2010
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