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I ferri per buoi

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  1. fokista
     
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    Prendendo lo spunto da una recente discussione ho pensato di riassumere qui alcune basilari informazioni sui ferri per buoi.
    Spero che queste righe vi siano gradite, anche considerando con quale frequenza ci imbattiamo in questi ritrovamenti. :B):

    Dunque,
    i mammiferi provvisti di zoccoli sono detti ungulati e si dividono in due grandi categorie: gli artiodattili e i perissodattili. La differenza tra questi due gruppi consiste nel numero di "dita" presenti sulle zampe.

    I perissodattili hanno un numero dispari di dita. Per questo nel corso del tempo un dito con la relativa unghia si è sviluppato e specializzato nel sostenere il peso dell'animale. In questa categoria rientrano i cavalli, i muli, gli asini, le zebre, ecc. Vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Perissodattili

    Gli artiodattili invece hanno un numero pari di dita. Per questo anche il peso dell'animale si è dovuto suddividere per ogni zampa su due dita che si sono sviluppate specularmente. All'ordine degli artiodattili appartengono numerose famiglie (vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Artiodactyla) ma soprattutto, per quel che ci interessa qui, la famiglia dei bovidi.

    Questa premessa un poco "cattedratica" serve a spiegare scientificamente la differenza dei ferri equini da quelli bovini. Mentre la ferratura dei cavalli e simili è fatta per proteggere un'unica grande unghia (leggi zoccolo), nei bovini è necessario invece proteggere due unghie ben distinte. Ecco perchè i ferri per buoi possono apparire come dei "mezzi ferri di cavallo". In realtà si trattava invece di ferri indipendenti, che venivano applicati su entrambe le unghie di ogni zampa.
    Come per i ferri di cavallo anche quelli per i bovini venivano fissati con i chiodi battuti direttamente nell'unghia dell'animale. Tralasciando i modelli più antichi, questi chiodi hanno generalmente una sezione quadrata/rettangolare e la capocchia è a forma di tronco di piramide rovesciata. Questo per evitare al minimo la possibilità che questi chiodi si muovessero con la relativa perdita di stabilità del ferro.



    Sempre a questo scopo anche i fori sul ferri erano quadrati o rettangolari, con una svasatura adatta ad accogliere la capocchia piramidale dei chiodi. Ma per essere più chiaro ecco un'immagine chiarificatrice:



    I ferri per bovini potevano essere delle semplici "suole" di ferro, come quella della foto qui sopra, o presentare delle "tasche" atte ad agganciare meglio l'unghia. Eccone un paio di esempi.




    La ferratura di questi animali serviva naturalmente a salvaguardarne gli zoccoli. Ma trattandosi di animali impiegati soprattutto nel traino di grandi masse (carriagi, tronchi, aratri ecc.., erano in fondo le grandi motrici dell'epoca preindustriale) anche le loro ferrature era adeguata a terreni pianeggianti o comunque non troppo dissestati o scoscesi. Per questo generalmente i ferri per i buoi sono sprovvisti dei ramponi (fissi o mobili) tipici invece dei ferri di cavallo. Ma non sempre.. Non dimentichiamo ad esempio che fino all'età napoleonica le artiglierie degli eserciti dovevano essere trainate su ogni tipo di terreno proprio dai buoi. Ecco infatti un esemplare fornito di rampone nella parte posteriore.



    Bene, per ora, ma solo per ora ;) , è tutto.
    A presto!

    Edited by fokista - 18/6/2012, 21:19
     
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10 replies since 18/6/2012, 00:21   3150 views
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