-
.
Una domanda che mi assilla da quando ho iniziato a spazzolare:
Riportando alla luce oggetti molto vecchi sepolti da decenni....è possibile imbattersi in virus,batteri o altro magari rimasti dormienti proprio sugli oggetti, magari appartenuti a persone malate?
Piu' precisamente mi riferisco agli appestati o i lebbrosi che erano costretti, isolati dalle comunità, a vagare per le campagne scampanellando a piu' non posso per avvertire chiunque del loro passaggio.
Magari il malato perde degli oggetti,muore da solo in un campo o in un bosco, rimane sepolto dagli strati del sottobosco e diventa concime...ma i suoi oggetti no, rimangono intatti e io magari li riporto alla luce col mio metal.. -
Centurio Cornelius.
User deleted
ottima domanda! . -
.
Per quanto riguarda la letteratura in merito ho trovato questa sulla peste:
Il bacillo ha una sopravvivenza limitata, dell’ordine di alcuni giorni, nei cadaveri in putrefazione mentre è resistente al freddo e si conserva bene nei cadaveri congelati.
Resistente alla oscurità in un microclima che rispecchi quello delle tane dei roditori può sopravvivere per numerosi anni nei sedimenti; in queste condizioni può andare incontro a moltiplicazione e ciò rappresenta un fattore importante dal punto di vista epidemiologico.
Tale sopravvivenza nel terreno è anche di fondamentale interesse per gli studi paleomicrobiologici (Dutour et al., 1994; Signoli et al., 1996).
Per approfondire l'argomento, estremamente interessante ma anche estremamente ampio, vi rimando ad un sito molto bello che tratta l'argomento specifico www.paleopatologia.it/home.php
Edited by matteofra - 18/1/2013, 10:53.